[ VERLAINE ] - Le Rose Nere - di Paolo Staglianò -
da " Coriandoli di Pietra - Copyright della CsaEdtrice - 2008
Verlaine [ Le Pauvre Lelian ]
...
notte dura nell’ambirsi che abbonda,
oltre ogni discrezione, di bisogni che incidono
il profondo:
tanto che ogni tempo è pausa ostile,
statico pensiero:
nulla concede l’arido osservare questo
cielo che diviene aurora contro ogni mio volere:
[che ancora intendo di carpire al sonno
il bello d’un istante dentro un sogno ]
ch’é forse questo il tempo delle pietre aguzze!
sassi che rotolano lungo le chine acri del mio talento,
sfuggono fermi nei pressi di uno scopo:
ed è sevizia pensare di risalir ogni scalino infranto,
sedere al mio tavolo, evocare dal nulla creazioni:
[dolori consumati o attimi di bello assoluto
sminuzzati dentro la cinica macina d’ogni vita ]
Un vuoto largo privo di misura mi prende
come cosa che non da tregua:
come lamento atroce di un infermo:
e invariato si mostra ogni senso di cosa
che si muove, nel mondo [ spiegato ]
che ogni dì sbilenco osservo !
Come contemplo l’inerte che perdura,
il misurato:
il disdicevole conforme ad un estremo verso,
ogni grazia celata dietro l’odio che folto coltivo
in serbo per un mondo doppio remoto
dall’assoluto che dipingo!
mondo che rigetto che respingo ]
e in fondo accetto:
il frutto che mi appella, maledetto ]
Paolo Staglianò - "Verlaine" - Coriandoli di Pietra - Proprietà Letteraria Riservata della www.csaeditrice.it© 2008
ISBN 978-88-95030-46-3
da " Coriandoli di Pietra - Copyright della CsaEdtrice - 2008
Verlaine [ Le Pauvre Lelian ]
...
notte dura nell’ambirsi che abbonda,
oltre ogni discrezione, di bisogni che incidono
il profondo:
tanto che ogni tempo è pausa ostile,
statico pensiero:
nulla concede l’arido osservare questo
cielo che diviene aurora contro ogni mio volere:
[che ancora intendo di carpire al sonno
il bello d’un istante dentro un sogno ]
ch’é forse questo il tempo delle pietre aguzze!
sassi che rotolano lungo le chine acri del mio talento,
sfuggono fermi nei pressi di uno scopo:
ed è sevizia pensare di risalir ogni scalino infranto,
sedere al mio tavolo, evocare dal nulla creazioni:
[dolori consumati o attimi di bello assoluto
sminuzzati dentro la cinica macina d’ogni vita ]
Un vuoto largo privo di misura mi prende
come cosa che non da tregua:
come lamento atroce di un infermo:
e invariato si mostra ogni senso di cosa
che si muove, nel mondo [ spiegato ]
che ogni dì sbilenco osservo !
Come contemplo l’inerte che perdura,
il misurato:
il disdicevole conforme ad un estremo verso,
ogni grazia celata dietro l’odio che folto coltivo
in serbo per un mondo doppio remoto
dall’assoluto che dipingo!
mondo che rigetto che respingo ]
e in fondo accetto:
il frutto che mi appella, maledetto ]
Paolo Staglianò - "Verlaine" - Coriandoli di Pietra - Proprietà Letteraria Riservata della www.csaeditrice.it© 2008
ISBN 978-88-95030-46-3
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